Fino all’inizio
del secolo scorso, solo pochi privilegiati avevano la fortuna di
avere acqua corrente in casa, il popolo di solito si riforniva ai
lavatoi e alle fontanelle pubbliche, non era quindi raro, che alcune
persone benestanti proprietarie di sorgenti, concedessero al popolo
di usufruire dell’acqua in eccesso. A Molassana Alta, la famiglia
Scaniglia, per volere del loro congiunto “fu Avv. A.L. Scaniglia”
concedeva il permesso per l’uso pubblico della propria acqua. Una
lapide marmorea, posta sopra la fontanella ricavata nel muro di
cinta della casa patronale in salita Giò Maria Cotella, ricorda
questa concessione.